Mandela
Mandela

Mandela è un comune che fa parte della Comunità Montana Valle dell'Aniene.Si trova in provincia di Roma e conta circa novecentoquaranta abitanti. 

Sorge fra i monti Tiburtini e Lucretili in prossimità della confluenza fra l'Aniene ed il fosso di Fonte Bove, in particolare si trova su un poggio tra il torrente Licenza e il fiume Aniene.

Mandela viene citata da Orazio come Pagus Mandela, nome che riprese solo dopo il 1870; nel Medioevo si chiamava infatti Cantalupo Bardella e con tale nome venne concessa come feudo da Papa Celestino III agli Orsini.

Nel 1650 dagli Orsini passò ai Nunez poi nel 1814 ai marchesi Del Gallo di Roccagiovine. Nella metà del XIX secolo Giulia Bonaparte creò a Mandela un salotto letterario frequentato da artisti, pittori e uomini di cultura. Il marito chiamò a Mandela, anche dal settentrione, amministratori e tecnici per migliorare le condizioni agricole dei fondi; fra questi si ricorda il nobile Pio Gaslini, agronomo, proveniente da Milano (in seguito fondatore della Latteria Lombarda).

01808cb6 c2d8 4500 9761 705d2cb225a3Il nome del paese, Mandela, non è altro se non quello con cui il villaggio era noto in epoca romana. Orazio, nella citata epistola (1, 16, 1-14), ne parla a proposito di una villa chiamata Sabinum o Sabini. Il poeta afferma che essa si trovava nel paese dei Sabini a nord di Tivoli e ricorda che gli era stata regalata da Mecenate. La descrive e ci informa sul fatto che egli qui teneva un gastaldo con otto schiavi per il lavoro dei campi. Aggiunge che spettavano inoltre al podere cinque masserie. Questi abitavano in un pagus (villaggio) ubicato sul pendio della valle della Digentia ed aveva il nome di Ustica. Al podere era unito un bosco chiamato Haedilia. In vicinanza della villa scaturiva una sorgente di acqua limpidissima che, riunendosi ad altre acque formava poi il Digentia (ora Licenza), sul quale, al suo uscire dalla valle, si trovava il villaggio Mandela, detto poi Bardela (Ep. 1, 18, 105). mentre viene citato come Massa Mendelana nell'iscrizione di una lapide dedicata, nel I secolo d.C., a Valeria Massima.

Poi il paesino fu noto semplicemente come Cantalupo. Negli atti della burocrazia pontificia è riportato affiancato il nome Bardella (tranne che nel periodo 1676-1680 in cui il paese è invece citato come Cantalupo di Madama); alcuni invece hanno considerato Cantalupo e Bardella come se fossero due diversi centri, due castelli. Nel 1843 il paese era ancora citato con entrambi i nomi associati. Si ignora il motivo per cui si tornò ad utilizzare l'originario nome Mandela dopo l'unità d'Italia.

Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola

Il nucleo originale della Chiesa di San Nicola, sicuramente uno degli edifici più antichi eretti nell'odierna Mandela è da collocare nell'ambito del secolo XI quando fu attuato l'incastellamento del "podium de Burdella" da parte dell'abbazia di Farfa e la fortificazione dell'annesso villaggio di Cantalupo già di pertinenza dell'allora decaduta abbazia di San Cosimato. Un modesto edificio, quindi eretto dalla pietà della piccola comunità come "corte dominica" - punto di riferimento della vita non solo religiosa del villaggio - e dedicato ad un santo molto venerato in quel periodo. Una delle prime citazioni storiche sulla Chiesa di San Nicola a Mandela è quella riportata nella Bolla del 13 giugno del 1213 emanata da Innocenzo III. Una più dettagliata visione di S.Nicola e della vita religiosa e Cantalupo ce la forniscono la Visita Pastorale del Vescovo di Tivoli Galeazzo Marescotti del 19 aprile del 1681 e le informazioni da lui richieste nello stesso anno ai parroci della sua diocesi